
Chi sono
Nome | Ernesto Sirani |
Data di nascita | 26 novembre 1945 |
Luogo di nascita | Chiari (BS) |
Data di ordinazione | 28 maggio 1975 |
Terra di missione | Huarez - Perù |
Sono figlio di genitori contadini bresciani. Persi mio padre all’età di 7 anni in un evento tragico che ancora oggi resta impresso nel mio cuore. Da ragazzino frequentavo l’ambiente dei salesiani a S. Bernardino, la casa di aspirantato per tanti giovani che desiderano diventare salesiani. A 35 anni, nel pieno delle mie forze, sognavo di spendere la mia vita per i poveri. Adesso sono parroco di 15.000 anime nella parrocchia di San Josè a 2.750 m di altezza nella vallata di Huaylas. Ho 30 comunità sparse sui fianchi delle due Cordigliere Bianca e Nera, alcune comunità vivono anche a 3.400 m di altezza. Lo spettacolo è mozzafiato quando il cielo è limpido, ma lo spettacolo più commovente sono i campesinos, i contadini, chini sulla terra, in perenne lotta, per strapparle il necessario per vivere.
Il mio compito è di portare la fede tra i giovani e la mia gente. La cultura sta cambiando rapidamente. I giovani sognano di studiare a Lima. Sulla Sierra rimangono i poveri, i bambini, il nostro oratorio che segue l’orma di Don Bosco e che ci ricorda che la cosa più importante della vita è: “salvarsi l’anima aiutando i poveri”.
La mia missione
Nella mia esperienza ho avuto la fortuna di conoscere don Luigi Melesi, reduce della prima spedizione Operazione Mato Grosso ne 1967 e tanti giovani che partivano per le missioni in Brasile, Ecuador e Bolivia. Parlavano della loro esperienza con gioia, e il mio cuore si entusiasmava nell’ascoltarli. Il contatto con i poveri aveva cambiato il loro modo di pensare! Così ho deciso di partire missionario…
Qui in Perù, abbiamo dato vita ad un laboratorio di intaglio del legno e della pietra. L’idea della scuola di intaglio Don Bosco è nata a Chacas, dove era parroco P. Ugo De Censi, responsabile e fondatore dell’Operazione Mato Grosso. Egli, da vero figlio di Don Bosco, sentiva che mancava qualcosa per quei ragazzi. Gli venne allora questa intuizione osservando il coro dedicato a Mama Ashu che c’è nella chiesa di Chacas, deteriorato perché del XVII secolo, tutto dorato: un’opera d’arte eccezionale. Perché allora non fare una scuola di intaglio del legno considerata la tradizione artistica dei loro antenati? P. Ugo radunò i più poveri, invitò scultori dal Cuzco e un falegname locale e dette origine a una scuola con convitto gratuito. Nacque poi la scuola di cucito e maglieria per le ragazze contadine più povere e una scuola cattolica per 26 ragazze contadine con lo scopo di prepararle come maestre per le comunità più lontane.
A Jangas ad oggi ci sono state 5 promozioni, ciascuna di un ciclo di 5 anni: a ogni ciclo partecipano 25 ragazzi poveri delle vallate, che imparano l’arte dell’intaglio del legno per due anni e al terzo anno si sdoppiano in due gruppi, uno che continua con la lavorazione del legno, l’altro inizia quella della pietra e del marmo. Terminati i 5 anni e un periodo di prova, i ragazzi entrano nella cooperativa Domenico Savio e ciascuno riceve, insieme al diploma, una cassetta degli attrezzi da lavoro. I lavoratori della cooperativa hanno vitto gratuito e macchinari e legname a disposizione.
Ordiniamo noi i lavori e commercializziamo i prodotti: sedie, mobili, opere d’arte sacra, statue. A Las Vegas una chiesa modernissima ci ha dato molto lavoro. Nel fine settimana questi ragazzi ci restituiscono un servizio volontario, occupandosi dell’oratorio (1300 tra ragazzi e ragazze!) e dei più piccoli. Ci basta una chiesetta e un prato per rivivere l’inizio dell’oratorio di Valdocco! Ogni anno si fa un grande gioco, i ragazzi accumulano punti e alla fine, in base al punteggio, tutti ricevono dei regali utili per le loro famiglie: stoviglie, piatti, tavoli, sedie, carriole, attrezzi da lavoro, alcune biciclette… queste ultime un premio favoloso!
Con i ragazzi di Jangas applichiamo il regolamento di Don Bosco, preso dall’Ottocento con qualche aggiustamento: ad esempio, prima del pranzo i ragazzi si mettono in fila e in silenzio, perché - spieghiamo loro - non c’è educazione senza disciplina. Al mattino c’è la meditazione , una riflessione su un tema prefissato, la sera c’è la buonanotte data dai superiori, ci sono gli esercizi spirituali a luglio in montagna e a scuola il voto di condotta”.
L’attenzione di p. Ernesto Sirani per i contadini più poveri passa anche attraverso l’aiuto nella costruzione delle loro case: “Noi raccoglievamo all’inizio i soldi provenienti dai rifugi che abbiamo costruito sulle Ande. Un’avventura unica! Con il ricavato della stagione estiva abbiamo potuto costruire le case dei contadini”.