
Padre Piotr Wojnarowski

Padre Piotr Wojnarowski

NOME
Padre Piotr Wojnarowski
DATA DI NASCITA
3 Marzo 1970
LUOGO DI NASCITA
Polonia – Prezemysl
ORDINAZIONE
23 Aprile 1998
TERRA DI MISSIONE
Sierra Leone
missionari / Padre Piotr Wojnarowski
CHI SONO
MISSIONE
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CHI SONO
Sono padre Piotr Wojnarowski, vengo dalla Polonia, da una parrocchia guidata dai Salesiani di Don Bosco. Quando ero alle superiori volevo diventare uno sportivo: ho giocato a calcio come professionista in una squadra per tre anni, e il mio sogno era quello di entrare all’Accademia dello sport. In parrocchia non ero molto attratto dall’idea di diventare un salesiano. Ma quando partecipai a un campo vocazionale, un nuovo pensiero venne a guidare la mia mente: cosicché all’ultimo anno delle scuole superiori decisi di diventare salesiano. Dopo gli studi di Filosofia fatti in Polonia, fui mandato in Francia per due anni per il praticantato. Tornato alla base per studiare Teologia, fui ordinato prete e svolsi il ministero per cinque anni in Polonia. Il primo posto della mia attività fu una scuola, piuttosto grande, in Slesia, nel sud della Polonia. Qui diedi vita a un gruppo missionario con i giovani. In questo contesto maturò l’idea di non limitarsi a pregare per i missionari e a raccogliere fondi per loro, ma di sostenere totalmente un loro progetto. C’era un confratello polacco missionario in Ghana che nel 2001 ci invitò a costruire con lui una scuola ad Afienya. Quando andai a trovarlo in Ghana mi innamorai dell’Africa. Al ritorno in Polonia feci domanda per partire missionario. Nel 2003 tornai nel Paese africano con un gruppo di collaboratori per costruire una scuola in un altro villaggio, a Sunyani, e lo stesso anno, dopo il corso per missionari, fui finalmente destinato a quella missione. Fui nominato responsabile del Centro di formazione professionale Don Bosco, che diressi per sette anni. Poco tempo dopo, fui nominato delegato della pastorale giovanile dell’Africa Occidentale, Ispettoria dei Paesi anglofoni: Nigeria, Ghana, Liberia e Sierra Leone. In quella veste animai molte attività per i giovani: workshop, seminari, corsi sulla leadership.
Nell’ottobre del 2018 mi trasferii in Gambia. È un piccolo Paese all’interno del Senegal. Il vescovo locale aveva chiesto ai salesiani di aprire una nuova presenza, e la nostra congregazione accettò inviando quattro confratelli provenienti da diversi Paesi, da quattro continenti: Perù, Nigeria, India e Polonia. Il primo passo fondamentale è stato quello di valutare la situazione dei giovani. Abbiamo iniziato in una piccola località chiamata Kunkujang, a sud di Banjul, la capitale. Ci sono le scuole, dalla primaria fino alle superiori, c’è una grande chiesa vicina a un luogo di pellegrinaggio mariano, un santuario con la grotta di Maria Nostra Signora Regina della Pace. Dal Gambia c’è un alto tasso di migranti illegali che cercano di raggiungere l’Europa. Questo è uno dei fatti che abbiamo immediatamente incluso nella nostra analisi della condizione giovanile, dal quale abbiamo tratto i progetti molto concreti che abbiamo presentati al vescovo e per i quali chiediamo il sostegno economico anche dai benefattori.
MISSIONE
Nel 2015 sono stato mandato a Bukavu, direttore della comunità che aveva appena ripreso una scuola di mestieri fondata da un missionario saveriano di Parma. Abbiamo aperto una scuola professionale per ragazzi in situazione di strada, con i laboratori di meccanica automobile, aggiustaggio e saldatura, falegnameria e muratura. Il piccolo cortile della scuola (18 x 20 m) è sede di un oratorio quotidiano per i ragazzi dei dintorni. La presenza dei salesiani a Bukavu ci ha attirato vari ragazzi che hanno espresso il desiderio di diventare salesiani. E pure alcuni adulti si sono preparati alla promessa di salesiani cooperatori.
L’arcivescovo di Bukavu ci ha proposto e ceduto un grande terreno agricolo di 115 ha a 38 km da Bukavu, Nyakadaka, dove l’Associazione Comunità Mamma della Pace aveva già incominciato ad accogliere ragazzi a rischio. Per mancanza di persone e di mezzi, l’opera era in stato di abbandono. I salesiani vi hanno aperto una piccola comunità che cerca di riprendere il progetto del fondatore.
Attualmente sono direttore del Don Bosco Fambul in Sierra Leone.
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