
Padre Valeriano Barbero

Padre Valeriano Barbero

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missionari / Padre Valeriano Barbero
Sono padre Valeriano Barbero, sono andato nelle Filippine come chierico quando avevo 22 anni. Il lavoro dei primi 3 anni fu quello di collaborare nella formazione degli aspiranti al sacerdozio. Ordinato sacerdote nel 1956, fui assegnato prima a lavorare per i giovani di Tondo, a quel tempo un rione dei più malfamati e poveri di Manila. Era questo il mio sogno! Dopo una sola settimana però, fui trasferito nella scuola di Makati (3000 studenti) come amministratore. Era il tempo delle ribellioni e della legge marziale.
Passai così tre anni, dopo di che fui nominato economo-amministratore per tutta la Ispettoria Salesiana delle Filippine. Ebbi questo incarico per 9 anni, con il compito di seguire tutte le scuole e i centri salesiani della nazione in campo finanziario.
Apostolato speciale: drogati e prigione. Lavori di rilievo: costruzione del teologato, rinnovo totale della scuola di Makati, costruzione del Santuario Mariano a Paranaque.
Nel 1980 mi offrii di portare una nuova presenza missionaria salesiana a Papua Nuova Guinea. L’inizio fu piuttosto difficile a motivo della mancanza di esperienza e preparazione a questo tipo di lavoro, ma in 9 anni mi sono fatto le ossa, forse grazie all’isolamento, alla malaria, all’opposizione della gente e alla volontà di sopravvivere.
Dopo questo periodo, avendo ormai completato il centro di Araimiri (parrocchia e scuola) mi fu offerta l’opportunità di andare ad aprire una nuova missione a un giorno a piedi di distanza. Son rimasto lì per 5 anni. Essendo solo, ma dovendo fare i conti con la vita della gente, furono questi gli anni più significativi di tutta la mia missione. Alla fine del 1994 fui chiamato a Port Moresby per coprire l’incarico di Superiore delegato e amministrativo delle scuole salesiane che stavano sorgendo in varie parti della nazione. Durante questo periodo uno dei miei compiti fu quello di dare inizio alla scuola superiore tecnica di Boroko.
Per quanto Papua Nuova sia una sorta di paradiso naturale, ricca di giacimenti di petrolio e d’oro, si trova in una situazione in cui i giovani locali, pur con la presenza di imprese estere stabilitesi sul territorio, stentano a trovare un lavoro stabile. La popolazione vive in condizioni spesso di grande povertà, il traffico di droga e il tasso di criminalità è alto, e l’alcool è un vizio estremamente diffuso.
La popolazione locale vive poi un rapporto molto personale con la religione cristiana, ed è ancora molto legata a usanze e a culti tradizionali, ai quali spesso viene data la precedenza quando ci si trova in momenti difficili, si è malati o in punto di morte.
Inoltre la forte povertà fa sì che chi venga avvicinato da un missionario che porti denaro, o un qualunque vantaggio concreto, aderisca facilmente ad una fede, abbandonando con ciò la precedente. Anche per questo la mia missione si concentra molto sull’aspetto pratico e quotidiano, sul cercare di trasmettere un valore non soltanto tramite la parola, ma trascorrendo il proprio tempo insieme alle persone, dando loro degli esempi validi, concreti, dietro ai quali chi vuole può certamente cogliere il significato della sua presenza.
Negli anni don Valeriano ha eretto una chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice nella capitale Port Moresby e altri centri di culto sparsi nelle isole. L’opera maggiore, che ha avuto il riconoscimento di eccellenza su scala nazionale anche dalle autorità civili, è la scuola professionale di Araimiri.