Roberto Panetto
Roberto Panetto
NOME
Roberto Panetto
DATA DI NASCITA
15 Dicembre 1951
LUOGO DI NASCITA
Ceresole d’Alba (CN)
VOTI PERPETUI
16 Agosto 1969
TERRA DI MISSIONE
Cambogia – Sihanoukville
missionari / Roberto Panetto
CHI SONO
MISSIONE
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CHI SONO
Sono Roberto Panetto, coadiutore salesiano e missionario che avviò la presenza salesiana in Cambogia nel 1990 su espressa richiesta della famiglia reale. Prima ancora che in Cambogia, iniziai ad operare in Thailandia. Eravamo missionari a Bangkok quando, durante gli anni dal 1987 al 1989, avvertimmo nella vicina Cambogia, il pericolo rappresentato dal potere del generale Pol Pot. In Thailandia si rifugiarono 900.000 persone. Vennero sistemate in quattro campi profughi, dove i volontari avevano accesso dalle 8 alle 16. Dal 1989 fui incaricato di tenere corsi professionali ai giovani cambogiani che vivano nei campi profughi. Riuscii a gestire 6 centri e preparai circa 3.000 allievi in meccanica, saldatura, elettricità e tipografia.
Nel momento in cui si prospettò per i profughi cambogiani la possibilità di rientrare in patria, furono gli stessi giovani a chiedermi di andare in Cambogia con loro.
Il 24 maggio, don Walter Bregolin ed io arrivammo in Cambogia, giorno della festa di Maria Ausiliatrice. Constatata la situazione pensammo: veramente siamo arrivati in un ambiente dove Don Bosco si rimboccherebbe le maniche! Non ci lasciammo prendere dallo sconforto su quello che sarebbe stato il nostro futuro, ma cominciammo a “realizzare cose” poco alla volta. Ben presto si cominciò a costruire la scuola professionale a Phnom Penh. Poi in seguito nacquero altre opere, a Battambang e Poipet, per l’accoglienza di bambini e ragazzi vittime di violenza e sfruttamento e nel 2006 nella città di Sihanoukville, la scuola alberghiera.
Per il grande servizio reso ai giovani del Paese in tanti anni, mi venne consegnata la cittadinanza onoraria, divenendo così il primo salesiano cambogiano.
MISSIONE
Dopo il noviziato a Monte Oliveto, Pinerolo, studiai a Torino, all’Opera Salesiana Rebaudengo dal 1969 al 1972. Qui nacque la mia vocazione missionaria, quando un missionario ci scrisse che aveva bisogno di un salesiano meccanico, più che di altri aiuti materiali. Quando chiesi al mio superiore di lasciarmi partire per la Thailandia, la risposta fu: “Lasciamo spegnere eventuali fuochi di paglia…ne riparleremo fra tre anni”. Andai quindi a San Benigno Canavese come insegnante tecnico fino a novembre del 1975 quando, essendo il fuoco ancora acceso, mi fu permesso di partire per la Thailandia dove passai 14 anni bellissimi nella scuola tecnica Don Bosco a Bangkok.
L’arrivo dei salesiani in Cambogia segnò l’inizio di una ricostruzione, non solo economica, ma anche culturale. Don Bosco conquistò il cuore dei cambogiani, il suo amore incondizionato per la gioventù, povera, di qualsiasi religione e la sua educazione, permisero ai salesiani di essere ben accolti. Ancora oggi, in Cambogia ci sono situazioni che interpellano i missionari salesiani, che li spronano a intervenire tempestivamente per prevenire e porre fine agli orrori che coinvolgono bambini esposti al turismo sessuale, bambini lavoratori, sfruttati e abusati perché molte famiglie afflitte da condizioni di estrema povertà, li vendono per pochi soldi. Il nostro intervento educativo è la migliore arma per sconfiggere la povertà e l’ignoranza. Sono ottimista! Gli aiuti che continuano ad arrivare ci aiutano a dimenticare, la violenza e l’odio dalla quale questi giovani sono circondati, ma accendono nel loro cuore la ricerca per un futuro migliore.
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