Una nuova emergenza a Goma, migliaia di sfollati attorno alla missione salesiana

A Goma, città orientale della Repubblica Democratica del Congo, tristemente nota a tanti italiani per l’attentato all’ambasciatore Luca Attanasio, l’eruzione del vulcano Nyiragongo, le sanguinose vicende legate al genocidio in Ruanda e i numerosi episodi di guerriglia, è in corso un’altra devastante emergenza. La guerra tra le forze armate e i ribelli del gruppo M23 si è acuita e sta causando la fuga di migliaia di persone (si stima 8 mila).

Don Aurélien Mukangwa, missionario salesiano, ad InfoAns, l’agenzia stampa salesiana, ha dichiarato:

Siamo appena tornati da una perlustrazione compiuta fino a Kilimanyoka per renderci conto delle condizioni della popolazione sfollata a causa della guerra, che rimane ancora senza assistenza, e soprattutto di quella dei giovani e dei bambini sfollati. Siamo stati anche alla parrocchia di Kanyarucinya per un confronto con il parroco che ha già indirizzato un orfano al nostro centro Don Bosco Ngangi. È difficile assistere impotenti alla miseria a cui vengono costrette tante persone innocenti. Ci sono più di 2.500 famiglie sfollate e senzatetto.

Ecco perché vi chiedo, cari confratelli che siete a Goma, di essere aperti e disponibili, secondo le vostre possibilità (e come comunità) a fare qualcosa per i giovani sfollati. È arrivato il momento in cui dobbiamo uscire per andare incontro ai giovani, i nostri destinatari, nelle periferie esistenziali. Vi invito ad andare a vedere di persona affinché possiate rendervene conto. E allo stesso tempo, vi chiedo di fare attenzione e di evitare di uscire di notte, perché la guerra è già a meno di 40 km da Goma. Uniamoci in preghiera per la pace nell’Est del nostro Paese.”

I missionari di Don Bosco si sono organizzati prontamente per portare i primi aiuti umanitari. Diverse migliaia di persone, provenienti dall’area a nord della città di Goma, hanno occupato tutti i campi da gioco circostanti il Centro giovanile della missione salesiana Don Bosco Ngangi. Sono uomini, donne, bambini e giovani visibilmente stanchi, affamati, traumatizzati, che stanno fuggendo dalle zone di combattimento nel territorio di Rutshuru, nella Provincia del Nord Kivu. Migliaia di persone alla ricerca di un po’ di pace e sicurezza hanno spontaneamente allestito un vasto campo per sfollati nelle tre aree sportive del centro e sui campi delle comunità vicine.

Gli sfollati hanno realizzato i primi rifugi di fortuna nei campi, usando teli di nylon e arbusti per costruire delle specie di capanne. Non ci sono servizi igienici, né acqua potabile, né cibo, né legna da ardere. Sono stati abbattuti una trentina di alberi per ottenerne la legna per realizzare dei rifugi più stabili e la legna per cucinare, oltre ad essere state invase una decina di piantagioni delle famiglie locali, risultate pertanto anch’esse danneggiate.

Don Jean-Pierre Muhima, direttore della missione Don Bosco Ngangi, ha lanciato un appello a tutta la comunità scolastica affinché, nonostante le difficoltà che anch’essa patisce, si mostri solidale verso gli sfollati che hanno dovuto lasciare la propria vita alle loro spalle a causa della guerra. Il primo gesto di solidarietà a cui tutti gli allievi sono stati invitati è quello di portare ciascuno a scuola un pezzo di sapone, così da contribuire ad alleviare i problemi igienici degli sfollati.

La situazione attuale degli sfollati è preoccupante, il numero delle persone in fuga aumenta con il passare dei giorni, aiutateci a sostenere l’intervento dei Figli di Don Bosco. I missionari ci chiedono di aiutarli con generi alimentari, alimenti per le famiglie per nutrire i bambini – i più fragili -, kit igienici (saponi, bacinelle e secchi), farmaci, coperte, utensili da cucina, lampade con batterie, abbigliamento per bambini da 0 a 12 anni; i più piccoli sono la maggioranza nei campi.

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