Artemide Zatti, primo salesiano coadiutore Santo

Il nome di Artemide Zatti irrompe – possiamo dire con sorpresa per chi non ne conosce la biografia – nella schiera dei Santi canonizzati dalla Chiesa cattolica. ll Santo Padre Francesco ha deciso che il rito di Canonizzazione di Artemide Zatti si celebrerà domenica 9 ottobre 2022. Il nome del Laico Professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco riceverà il riconoscimento pubblico delle sue virtù e della bontà dell’opera svolta fra i malati.

La sua testimonianza di carità è rimasta confinata alla cerchia di chi l’ha conosciuto di persona (è morto nel 1951) nell’Argentina dove era migrato dall’Italia. Professionista in ambito sanitario, ha aggiunto al suo servizio la carica di umanità necessaria quanto la scienza per la cura delle persone ma anche la grande fede cristiana che lo ha animato e – possiamo dire – rianimato di fronte alle tante sfide della vita.

Missioni Don Bosco ha molte ragioni per sentirsi unita in maniera forte a questa fioritura di santità. Il presidente, don Daniel Antunez, conosce bene la figura di Zatti: “Come salesiano che ha vissuto 18 anni in Patagonia ho avuto l’opportunità di stare, incontrarmi e pregare davanti alla tomba delle spoglie di Zatti” ci confida.

È molto conosciuto e lo chiamiamo familiarmente con il cognome e l’appellativo parente dei poveri. Dire che uno è un parente è dire che fa parte di una famiglia e che è unito da legami che durano per sempre. E quei legami si manifestano nel saper essere, nel saper accompagnare nel dare risposte non solo con le parole ma con i fatti ai bisogni del suo Paese, della sua gente, dei Salesiani e di tutti”.

Don Antunez aggiunge anche un particolare curioso ma estremamente significativo: “Da noi è conosciuto anche come il Santo della bicicletta. Era questo il suo mezzo di trasporto, in modo da raggiungere tutte le persone senza avere vincoli a spostarsi da un posto all’altro. A noi argentini piace dire, per fare le cose devi mettere il tuo corpo”. Per una persona che da giovane era stato colpito da tubercolosi (contagiato mentre dava assistenza a un giovane sacerdote affetto da questa malattia) l’integrità e la salute del corpo risultavano essere una conquista e un dono che andava ricambiato. “Non aveva bisogno di benzina… ecco a cosa servivano le sue gambe” commenta don Antunez.

L’esistenza di Artemide Zatti si può facilmente ritrovare oggi descritta in numerosi siti, su tutti quelli del mondo salesiano che ha sempre coltivato il ricordo di Artemide Zatti nel Paese di adozione ma sempre più su scala mondiale. L’ultima opera che contribuisce alla conoscenza di questo Santo è una produzione cinematografica che – nata in Argentina – è stata doppiata in varie lingue tra cui l’italiano. L’anteprima di questo film è sta presentata nella sua città natale (anno 1880) Boretto in Emilia, alla presenza delle autorità civili e religiose unite a un gruppo di stimatori della sua figura. Si intitola “Zatti, fratello nostro” ed è stato prodotto dal Bollettino Salesiano e dalle Ispettorie dell’Argentina, sceneggiato e diretto da don Ricardo Campoli del Dicastero della Comunicazione Sociale. Se ne può vedere la versione italiana nel sito di InfoAns.

Il presidente di Missioni Don Bosco sottolinea che “Zatti evidenzia la dedizione ai più poveri, semplici e dimenticati, specialmente ai malati. La salute è tutto, se hai tutto e non hai salute non hai niente, si dice: lui lo sapeva e lo ha fatto benissimo, per questo ha dedicato la sua vita soprattutto alla cura dei malati”.

La canonizzazione non si fa per chiudere una vita nel ricordo, ma per farsene animare in quanto modello: “La figura di un Santo coadiutore non è né più né meno per noi salesiani che una motivazione per rinnovare la nostra vita, per chiedere a Dio di non essere indifferente al dolore, al bisogno di chi più soffre, a non indurire il nostro cuore con l’indifferenza” sottolinea don Antunez. “Occorre che ci commuoviamo e manteniamo viva la fiamma della nostra opzione per i più poveri, per continuare ad essere fedeli al nostro carisma”.

Interessante a questo riguardo l’intervista che il Postulatore Generale dei salesiani, don Pierluigi Cameroni, ha rilasciato all’Agenzia salesiana InfoAns.

Il riferimento a un altro Argentino, papa Bergoglio, campione di fedeltà al Vangelo, è naturale: “Da qualche anno ascoltiamo frequentemente Francesco che ci parla di quella predilezione per i più poveri, per gli anziani, per chi soffre di più. Che ai nostri giorni arrivi agli altari un immigrato, un religioso laico che ha dato la vita per servire i più bisognosi, specialmente i malati, deve essere per ciascuno di noi un segno che Dio continua a parlarci e a mostrare che il la via del Vangelo è in lui, in chi ne ha più bisogno”.

 

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