80 anni, 7 trascorsi a Bukavu, è tempo che passi il testimone

Cari fratelli e sorelle, dopo 7 anni trascorsi a Bukavu, città della Repubblica Democratica del Congo (meta del primo viaggio missionario in Africa di don Daniel, presidente di Missioni Don Bosco, ndr) vi mando un’ultima lettera, una specie di bilancio di quest’ultimo anno e di tutto ciò che il Signore ci ha permesso di realizzare. Lo scrivo per il nuovo Direttore che mi sostituirà e per tutti voi che ci avete sostenuto e accompagnato. L’anno scorso avrei dovuto finire il mio mandato, ma il nostro superiore provinciale mi ha chiesto di restare un altro anno. Tra meno di un mese compirò 80 anni, è tempo che lasci il posto a un confratello più giovane.

I miei superiori mi chiedono di trasferirmi nei dintorni di Lubumbashi, a Kansebula, la casa di formazione dei giovani salesiani. È lì che ho trascorso il mio primo anno in Congo quando sono arrivato come tirocinante nel settembre del 1966. Il mio compito principale sarà quello di accompagnare i giovani confratelli nel cammino della loro vocazione salesiana al seguito di Don Bosco. Sarò tra loro un fratello maggiore… o un nonno.

Se il nostro superiore mi aveva chiesto di rimanere un altro anno a Bukavu, era perché dovevo preparare il trasferimento della nostra casa in un altro quartiere. Perché questo trasferimento? La casa che abbiamo occupato per 7 anni appartiene ai Missionari Saveriani di Parma, che per diversi motivi hanno deciso di riprendersi la loro casa. Abbiamo cercato, trovato e acquistato un’altra casa dove ci trasferiremo tra pochi giorni. Anche se non sarò più a Bukavu, i miei confratelli che restano e continuano il lavoro iniziato, contano sul vostro sostegno. Gli uomini passano, le istituzioni restano.

Al nostro arrivo a Bukavu, 7 anni fa, abbiamo cercare di capire come potevamo fare per aiutare bambini e ragazzi di strada – e le loro famiglie – a trovare un futuro migliore. Oggi rendiamo grazie al Signore che ci ha permesso di svolgere diverse attività in stile salesiano: formazione professionale, accoglienza di ragazzi di strada, sostegno a distanza. La prima è la formazione professionale nella scuola di mestieri Tuwe Wafundi. All’inizio di quest’ultimo anno, guardando più ai bisogni dei ragazzi che alle nostre possibilità di accoglienza, abbiamo iscritto più di 150 allievi. In 119 sono arrivati alla fine dell’anno e in 114 hanno superato gli esami della scuola e di stato e iniziato uno stage di 3 mesi. Tra i 150 iscritti c’erano 29 ragazze. La seconda attività tipica dei salesiani è l’accoglienza di bambini e ragazzi in situazioni di strada. Nei locali stretti del Centro Don Bosco abbiamo accolto una ventina di loro. Il Centro Don Bosco si prende cura di loro in tutto: alloggio, vitto, scolarizzazione nelle scuole del distretto, cure mediche…. Durante l’anno gli assistenti sociali entrano in contatto con le loro famiglie e svolgono attività di mediazione e riconciliazione. Alla fine dell’anno si sono riuniti alle loro famiglie.

Ci occupiamo anche di sostenere a distanza bambini e ragazzi, maschi e femmine, di famiglie molto povere che non sono in grado di pagare le tasse scolastiche. Si tratta di un aiuto prezioso per evitare che i giovani che non vanno più a scuola finiscano in strada. Quest’anno, con l’aiuto di istituzioni e di benefattori privati abbiamo potuto aiutare più di 250 bambini a frequentare la scuola. Il Centro Don Bosco sostiene anche diversi gruppi AVEC (Association Villageoise d’Epargne et de Crédit), si tratta di gruppi di mamme che ogni settimana mettono 1000 FC (0,5 dollari) in una cassa comune. Quando in cassa c’è una somma sufficiente, le mamme possono chiedere un prestito per sviluppare la loro attività generatrice di reddito, spesso un piccolo commercio. Devono restituire il credito con un interesse del 10%. A fine anno, tutto il denaro dei risparmi e degli interessi viene ridistribuito secondo una percentuale proporzionale all’importo depositato da ciascuno. Questa forma semplice e democratica di risparmio e credito ha molto successo negli ambienti popolari. Le mamme che lo praticano regolarmente migliorano il loro reddito e riescono a nutrire meglio la famiglia e mandano i figli a scuola. Oggi sosteniamo 58 gruppi AVEC che contano più di 2000 membri.

Siamo una comunità religiosa che prega ogni giorno. Da 20 a 30 persone del quartiere vengono a partecipare alla messa che celebriamo ogni mattina nella nostra piccola cappella. Abbiamo una piccola ma significativa presenza al carcere minorile che si trova dall’altra parte della strada di fronte a casa nostra. Ogni pomeriggio accogliamo i bambini del quartiere, che trovano un posto per giocare nel piccolo cortile del Centro Don Bosco. Per concludere, 7 anni fa la mia prima lettera aveva il titolo: “Don Bosco Bukavu cerca la sua strada”. Oggi una strada è stata tracciata, con l’aiuto del Signore e di tante persone nel mondo. Oggi vogliamo continuare. Non è stato tutto bello e positivo, ci sono state debolezze da parte nostra, mancanze di discernimento, errori, il Signore lo sa e ci perdona e ci incoraggia a continuare il cammino con Lui.

Padre Piero Gavioli
Don Bosco Bukavu

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