Future donne, mamme già da oggi

Portogallo, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Italia, Germania e Svizzera sono i paesi che fanno parte dell’Europa centro-occidentale, ma rappresentano anche la superficie che la Repubblica Democratica del Congo occupa in Africa, solo Algeria ha un’estensione più grande. Il Congo è una nazione che ha medesime problematiche di altri paesi africani: povertà diffusa, instabilità politica, una migrazione interna al continente che ha portato negli anni quasi 6 milioni di persone a trovare rifugio nel paese a causa dei conflitti nei loro paesi di provenienza.

In questo contesto non mancano le difficoltà che i bambini e i ragazzi incontrano lungo il cammino che li porterà a diventare adulti. Se per i ragazzi vivere in strada diventa a volte l’unica opzione possibile, per le bambine e le ragazze il quadro complessivo risulta essere ancora più complicato.

Non è raro incontrare una bambina di 5 o 6 anni che cammina portando sulla schiena, avvolto nella colorata stoffa africana, il suo fratellino non ancora in grado di camminare perché troppo piccino. Fin dalla più tenera età le bambine assumono il ruolo di piccole mamme, in famiglia vengono responsabilizzate ad accudire i figli più piccoli, la mamma deve guadagnare qualche spicciolo per poter comprare il cibo e non può occuparsene.

La situazione economica di molti nuclei familiari è talmente misera che spesso le figlie vengono vendute per diventare mogli di uomini più grandi di loro o per fare le sguattere presso qualche famiglia. Altre volte le ragazzine scappano di casa, fuggono dal patrigno violento e si ritrovano a vivere in strada. Quello che accomuna tutte queste bambine è la mancanza di un accompagnamento durante la loro crescita, a partire dall’istruzione primaria fino ad arrivare all’educazione sessuale. Quando una bambina comincia a manifestare i primi segni di maturazione sessuale viene considerata già adulta, anche se il suo fisico non si è ancora sviluppato e non è in grado di portare avanti senza rischi una gravidanza.

Il fenomeno delle mamme bambine e delle madri adolescenti è purtroppo un problema diffusissimo in Congo. Quando padre Mario a Mbuji-Mayi ci ha parlato di Splendide, una neonata abbandonata in un canale ai bordi della strada, salvata da un gruppo di bambini e portata alla missione, ci aveva molto colpito la sua storia. Splendide è stata fortunata, ha trovato una bella famiglia che l’ha adottata, ma nel racconto di padre Mario quello che ci aveva più impressionato, oltre alla condizione in cui la bimba è stata trovata, era l’altra parte della storia, quella di chi non era stata in grado di essere la sua mamma.

Le parole del missionario non giudicano, inquadrano in modo semplice e terribile un dato di fatto: “Abbiamo cercato la mamma senza fortuna, sulla base delle condizioni e del luogo in cui la piccina è stata trovata sinceramente penso che si tratti di una ragazza molto giovane, che non aveva molta consapevolezza di quello che le stava succedendo. Senza un’educazione sessuale queste ragazze partoriscono in condizioni disumane e se il neonato non comincia subito a piangere pensano che non sia vivo e cercano di liberarsi del corpicino. Noi siamo abituati a considerare tutto questo un comportamento mostruoso, ma la verità è che stiamo parlando di ragazzine che non sono aiutate dagli adulti, non hanno gli strumenti culturali per affrontare una cosa del genere, sono spaventate e disperate”.

L’11 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, ma permolte di loro bisognerebbe specificare che sono anche mamme, loro malgrado. Non hanno scelto di mettere al mondo un figlio e non hanno consapevolezza di quello che le attende. Per questo è di fondamentale importanza l’impegno dei missionari come padre Mario. La piccola Splendide si è salvata perché chi vive lì sapeva che nella missione i salesiani si prendono cura dei bambini più sfortunati.

È un processo molto lungo e articolato, ma necessario. Bisogna garantire l’accesso all’istruzione, in particolare per le bambine, perché anche tra poveri c’è chi è più misero degli altri. Se una famiglia cerca di far studiare i figli ma non ha le risorse necessarie, sono sempre le bambine quelle che vengono sacrificate: loro non frequenteranno la scuola, i loro fratelli si. Affinché queste future adulte possano affrontare la vita con gli strumenti culturali adeguati bisogna fornire loro la possibilità di studiare, solo così riusciranno nel compito di crescere consapevolmente, laddove i loro genitori hanno fallito perché non hanno avuto le stesse opportunità.

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