Un appello per i bambini libanesi

In Libano, i salesiani sono presenti con due comunità, Al Fidar e El Houssoun, oltre che nella capitale Beirut. Nel corso dei 70 anni di presenza hanno sviluppato una ricca offerta socio-educativa rivolta ai più giovani, in particolare i più fragili e indifesi: i bambini e le famiglie di profughi che sono scappati da Paesi che vivono uno stato di emergenza cronico, come la Siria e l’Iraq. Una delle Case salesiane che ogni giorno si occupa di accoglienza e sostegno alla popolazione è la scuola Angeli della Pace nella periferia di Beirut, un istituto che offre educazione scolastica non formale ai bambini e alle bambine rifugiati, i quali non possono avere accesso a opportunità d’istruzione in Libano.

“Il ruolo degli insegnanti della scuola è davvero prezioso”, ci racconta padre Simon Zakerian, missionario salesiano nel Paese. “Ogni giorno danno il meglio di se nonostante la vita stressante che condizione il loro benessere e tutte le difficoltà quotidiane, come la mancanza di elettricità e internet.” La situazione familiare di tanti bambini e ragazzi è molto critica, diverse famiglie vivono alla giornata, come quella di Wajdi (abbiamo scelto di cambiare i nomi dei bambini per tutelarli), un bambino balbuziente che frequenta la terza elementare e che ha un grande talento per il disegno. Vive con i suoi genitori e un fratello in una piccola stanza, sua madre lavora come portiere e riesce a malapena a guadagnare uno stipendio minimo per acquistare cibo e pagare le bollette. La sua famiglia è di origine irachena e la loro migrazione forzata ha reso tutto molto più complicato: i figli non hanno mai vissuto un’infanzia serena a causa delle difficili circostanze economiche e sociali, i genitori si sono sempre fatti in quattro per poter far studiare i propri figli, ma quando si sono accorti che facevano fatica ad avere il minimo indispensabile per sopravvivere sono stati costretti a vietare a Wajdi di disegnare, non potevano permettersi di acquistare fogli e matite…

Cyrine invece è una ragazza di 7° elementare, vive con i suoi genitori e ha 6 fratelli e sorelle, anche loro sono di origine irachena. Da settimane vivono uno stato di attesa snervante mentre aspettano una risposta dall’Ufficio migrazione per trasferirsi in Australia. Cyrine ne soffre molto, fa fatica a fare amicizia poiché non riesce a pensare di abbandonare le nuove amicizie il giorno in cui dovranno lasciare il Paese. Una situazione molto complessa che si aggiunge allo stato d’indigenza in cui vive la sua famiglia, il suo rendimento a scuola è peggiorato molto nell’ultimo periodo e tutto questo la spinge spesso a stare da sola, in disparte.

Haaz, ci racconta padre Simon: “l’ho conosciuto durante la lezione di ginnastica, aveva delle scarpe molto vecchie ai piedi e temeva di strapparle e di far rimanere i suoi quattro fratelli senza niente, per questo è rimasto in un angolo della palestra”. La sua famiglia vive in una stanza piccolissima, tutti e cinque i figli dormivano in unico materasso appoggiato in terra fino a quando tre di loro hanno deciso di passare la notte su un cuscino in una specie di garage vicino alla stanza principale, l’unica soluzione per liberare un po’ di spazio e cercare di trovare un compromesso comodo per tutta la famiglia. Lo stipendio del padre ammonta a 1.444.000 lire libanesi, una cifra così piccola che permette solamente di pagare l’affitto e acquistare alimenti di base per un piccolo pranzo ogni due giorni.

In Libano i prezzi sono lievitati a dismisura, il cibo e altri prodotti indispensabili oggi costano circa dieci volte in più rispetto al 2019, il latte prima costava 3.000 lire libanesi ora 22.000 lire, il prezzo di 1,5 litri di olio da cucina è cresciuto di 37 volte, da 2.000 lire è arrivato a costare 73.750 lire. Secondo l’ultimo rapporto della Banca Mondiale il Pil si è dimezzato in due anni toccando la più grande contrazione economica nei 193 Paesi monitorati. Molte delle famiglie che possedevano qualche risparmio da parte hanno già lasciato il Paese. La totale disperazione porta ad abbandonare la propria casa perché oramai nessun futuro è possibile, ma solo una piccola parte può permettersi il costo di un viaggio di sola andata.

I costi per portare avanti le attività nei centri e nelle scuole sono davvero ingenti, i Figli di Don Bosco hanno bisogno urgentemente di aiuto per continuare a sostenere la popolazione. L’emergenza in Libano è diventata permanente, abbiamo bisogno del vostro sostegno!

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