Essere donna in Guatemala: ragazze madri tra discriminazioni e violenze di genere

È come se ogni giorno venissero celebrati 1500 matrimoni di adolescenti: in Guatemala nel 2015 più di 550.000 ragazze sono andate in sposa prima dei 18 anni. Il 13% delle donne di età compresa tra 20-24 anni si sono sposate prima dei 15 anni. L’età legale per il matrimonio con il consenso dei genitori è di 14 anni, ma molte adolescenti prima ancora sposano, incinte, uomini molto più grandi, diventando di fatto le loro schiave sessuali e domestiche.

San Benito, in Petén, vanta il triste primato mondiale  di essere la città con il numero maggiore di madri sotto i 14 anni. Secondo i dati delle Nazioni Unite, il 26% delle nascite in Guatemala sono di ragazze madri di età compresa tra i 10 e i 19 anni: ragazze in condizioni di estrema vulnerabilità, che diventano madri prima che siano emotivamente pronte e che non hanno l’esperienza e la consapevolezza necessarie per potersi prendere cura di un neonato. Inoltre sono fisicamente immature per dare alla luce un bambino e infatti il tasso di mortalità materna in Petén è altissimo, con 172 morti ogni 100 mila nascite. Molte di loro hanno portato avanti gravidanze a rischio, senza assistenza medica, sono diventate madri in situazioni precarie, sono state abbandonate dai mariti, hanno dovuto lasciare gli studi alle scuole elementari, rinunciando così alla loro emancipazione.

“Ero a scuola in quinta elementare, quando mi sono sposata”, racconta Carmen, 14 anni, in un reportage di Stephanie Sinclair pubblicato sul New York Times. “Ora allevo polli per poterli uccidere quando nascerà il bambino. Sono triste perché non voglio essere incinta”.

Per la cultura maschilista che permea la società guatemalteca, le donne sono considerate oggetti di proprietà dell’uomo, che può decidere cosa fare di loro e dei figli: una volta sposate perdono tutti i loro diritti. Spesso queste ragazze sono state oggetto di violenza, come racconta don Giampiero De Nardi, missionario salesiano in Petén: “Sono tanti i casi e sono solo la punta di un iceberg. Una mamma della mia parrocchia, che è stata abusata da bambina, ora sta soffrendo il dramma della figlia abusata. Per lei è tragico. La cosa più devastante è che lei non ha mai detto nulla a nessuno per vergogna e ora si sente colpevole anche della violenza su sua figlia. Le violenze sessuali sulle donne e sui bambini, purtroppo, sono all’ordine del giorno.”

Importante punto di riferimento per le donne e i loro bambini è il dispensario medico, annesso alla parrocchia di don Giampiero, e che offre cure contro le malattie più diffuse, servizi di diagnostica di vario genere e distribuzione di medicine.

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