Un futuro per i giovani rifugiati di Kakuma 

Il campo profughi di Kakuma, nel nord del Kenya, è il secondo più grande del continente africano. Istituito nel 1992, attualmente ospita circa 225.000 rifugiati, per la metà bambini e giovani, provenienti da Paesi come Sudan, Sud Sudan, Somalia, Congo, Ruanda e Burundi. Le storie dei rifugiati sono tristi, ma piene di speranza.

Nel corso degli anni i salesiani hanno dato un immenso contributo al loro benessere. Infatti, va sottolineato che, fra tutti gli operatori delle organizzazioni – religiose e laiche, che lavorano nell’inse­diamento, i Figli di Don Bosco sono gli unici a risiedere nel cam­po: la capacità e la volontà dei salesiani di stare a stretto contatto con i rifugiati ha guadagnato loro ammirazione e rispetto. I nostri missionari animano una gran varietà di attività nel campo: tra queste, spicca il servizio spirituale ai rifugiati. Qui, i salesiani ge­stiscono l’unica parrocchia cattolica, dedicata alla Santa Croce, che conta dieci stazioni missionarie sparse in tutto il campo; inol­tre, poiché la stragrande maggioranza dei rifugiati è costituita da bambini e giovani, nel 2014 i Figli di Don Bosco hanno fondato il Savio Club, per facilitare l’educazione alla fede e lo sviluppo personale dei bimbi del campo.

Un altro aspetto fondamentale della missione salesiana nel campo è quello di offrire competenze tecniche ai rifugiati. In collaborazione con l’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), hanno avviato il Don Bosco Technical Institu­te, che offre ai rifugiati corsi di edilizia, elettrotecnica ed ener­gia solare, meccanica dei veicoli a motore, idraulica, sartoria, saldatura, segreteria, informatica e programmi di alfabetizza­zione. E per facilitare l’accesso alla formazione, i salesiani gestisco­no altri quattro centri in tutto il campo che offrono gli stessi servizi. In totale la scuola forma oltre tremila allievi ogni anno: giovani che hanno ricevuto l’opportunità di guadagnarsi da vivere, sia nel cam­po, sia nei Paesi di origine e di rimpatrio.

I Figli di Don Bosco ci hanno chiesto aiuto per sostenere le spese didattiche di diversi ragazzi che frequentano i corsi pro­fessionali: sono adozioni a distanza, “borse lavoro”, che per loro rappresentano uno strumento di futuro, perché lavoro signi­fica dignità, significa speranza, significa sicurezza. Sostenerli nel loro percorso formativo significherebbe dare lora una concreta possibilità occupazionale: o nel campo profughi (che è ormai strutturato come un grande villaggio, in cui non mancano negozi, laboratori e officine) o nel Paese di provenienza, in caso di rientro.

Contiamo su di te, sul tuo aiuto, sulla tua vicinanza: fai arrivare la tua solidarietà fino al campo profughi di Kakuma, aiuta un gio­vane rifugiato a frequentare il Don Bosco Technical Institute e a costruirsi così un futuro!

Con un sostegno di due anni garantisci una borsa lavoro completa a un ragazzo bisognoso: 

chiama il n. 011.399.01.91 o scrivi su adozioni@missionidonbosco.org.

 Il contributo annuale di 360 € servirà a garantire un futuro a un ragazzo del campo profughi di Kakuma!

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