Slum di Nairobi: Kuwinda non è l’unico

MTUMBA

In quest’area di circa 3 ettari in origine c’erano solo 270 famiglie, poi il numero è aumentato a oltre 1000 per la necessità di ospitare persone in fuga da incendi o scontri, come accaduto a Kibera, oppure donne delle zone rurali, costrette ad abbandonare le loro terre dopo la separazione o la morte dei mariti. Le case sono costruite con cartoni o lamiere di ferro vecchio e molto vulnerabili a inondazioni, incendi e epidemie. La maggior parte non ha finestre. Gli abitanti non hanno potuto costruire edifici più solidi e durevoli per via delle frequenti demolizioni (ben 7 in 10 anni). Non c’è corrente elettrica. Ci sono 17 latrine per l’intero insediamento. Inoltre alcuni residenti negano completamente ad altri l’accesso alle loro latrine, neanche a pagamento. Così gli spazi aperti appena fuori dallo slum sono comunemente usati come “gabinetti volanti”.

COTTON-WILSON

Circa 1.600 persone vivono in questo insediamento: si tratta di 270 famiglie, con una media di 7 persone per camera. Le abitazioni sono costruite utilizzando materiali di recupero, tra cui lamiere, legno, cartoni, latte e fogli di polietilene.Ci sono solo due latrine nel villaggio. Le acque di scarico versano in canali aperti, che spesso si bloccano con il conseguente ristagno maleodorante che offre terreno fertile alle zanzare.Non c’è elettricità. Più del 50% della popolazione non ha un lavoro. L’altra metà è impiegata come aiuto domestico, come piccolo commerciante o nell’allevamento di pollame e di capre. Il consiglio cittadino, però, non permette l’allevamento di bestiame e di tanto in tanto confisca questi animali e richiede multe esorbitanti per il loro rilascio.

MBAGATHI

Questo insediamento di circa 5 ettari e 18000 persone è uno dei tanti che compongono il più grande slum di Kibera. Quasi tutte le case sono state costruite con fango e canniccio, pochissime utilizzando vecchie lamiere o pietre. Gli affitti vanno da 5 a 13 euro al mese, secondo la condizione e la posizione della casa. Manca la corrente elettrica.La raccolta dei rifiuti non è gestita correttamente e la spazzatura viene gettata nel fiume sottostante. L’inquinamento ambientale nella zona è sensibilmente aumentato, arrivando a livelli preoccupanti.

QUARRY

Questo slum prende il nome dalla cava attorno alla quale i minatori l’hanno costruito. La maggior parte dei 9000 abitanti vive in case di fango e canniccio, pochi in case più permanenti in pietra.Ci sono solo 18 latrine irregolarmente distribuite, con un rapporto stimato di 1 a 500. Il fiume sotto l’insediamento viene utilizzato come bidone di immondizia e durante la stagione delle piogge spesso esonda.

UYENDE

Questo slum è nato nel 1978 per ospitare i lavoratori dei cantieri adiacenti. Poi ha attirato altre persone, soprattutto donne, per l’opportunità di avere uno spazio da coltivare e integrare così il loro reddito familiare. Oggi vi abitano 130 famiglie, ciascuna con una media di 5 persone, per un totale di 650 persone. Diversi tentativi di sfratto sono stati respinti dai residenti e non c’è mai stata alcuna demolizione.

Leggi anche, Lo slum di Kuwinda: degrado nella periferia di Nairobi

RICEVI I NOSTRI MESSAGGI

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Nome(Obbligatorio)
Hidden
Consenso mail
Hidden
Consenso generico
Questo campo serve per la convalida e dovrebbe essere lasciato inalterato.