Sempre accanto ai ragazzi in carcere ad Anjanamasina

Uno dei progetti a noi molto caro (sostenuto in passato più di una volta) riguarda il lavoro che i missionari portano avanti ad Anjanamasina, in Madagascar, al fianco dei ragazzi in carcere. San Giovanni Bosco fin dagli albori del suo grande progetto educativo si occupò del sostegno ai ragazzi detenuti alla Generala – il riformatorio di Torino, oggi carcere minorile -, e ancora oggi i Figli di Don Bosco gestiscono numerosi interventi nelle carceri. Interventi di riabilitazione, assistenza legale e psicologica, orientamento professionale, riavvicinamento familiare, animazione e distribuzione di alimenti.

Uno di questi interventi è gestito dai salesiani di Anjanamasina, sobborgo della capitale del Antananarivo. Qui i missionari da anni ogni domenica e durante le feste infrasettimanali distribuiscono pasti e si dedicano ad attività ludiche con i ragazzi: musica, teatro, sport, oltre alla formazione spirituale attraverso la celebrazione della messa, il catechismo e le proiezioni di documentari religiosi ed educativi.

L’obiettivo dei salesiani di Don Bosco è far sentire i ragazzi amati, importanti per qualcuno, non un peso di cui liberarsi, far capire loro che non sono abbandonati. Purtroppo durante la settimana sono soggetti a regole rigide del carcere che non tengono conto del loro diritto al gioco e al tempo libero, ma la domenica possono partecipare ad attività sportive e ludiche.

Grazie alle vostre donazioni, anche nel 2021-2022 i salesiani sono riusciti ad assicurare i pasti e a organizzare per loro giochi e attività musicali, perché un oratorio senza musica è come un corpo senza anima – come diceva Don Bosco. Attraverso i giochi si educa alla vita sociale, al rispetto e alla collaborazione.

Ad Anjanamasina i salesiani, dietro invito delle autorità carcerarie, offrono il loro aiuto al centro statale di rieducazione che ospita più di un centinaio di bambini e ragazzi – purtroppo il loro numero è in costante crescita. È una realtà delicata e complessa da gestire, che vede vivere fianco a fianco chi ha commesso un reato, chi ha l’unica colpa di vivere in strada senza il sostegno della famiglia e anche bambini e ragazzi scapestrati che i familiari non sono in grado di gestire, tanto che in gergo popolare è chiamata Trano zaza maditra, ovvero Casa per i ragazzi monelli.

All’interno del Centro vengono organizzati giochi e lotterie due o tre volte l’anno: si tratta di attività ludiche tipicamente salesiane, ma è anche un’occasione per distribuire loro alcune cose utili per la vita quotidiana (specialmente prima di natale). I premi sono vestiti, materiale scolastico, cioccolato, ecc. Il numero dei ragazzi coinvolti non è mai stabile perché c’è un continuo andirivieni, ma in media si attesta sui 120 ragazzi tra i 9 e i 17 anni.

La malnutrizione è una delle sfide principali del paese, perché le autorità non sono in grado di fornire pasti regolari e bilanciati ai giovani detenuti. Per questo i salesiani hanno preso l’impegno di distribuire cibo, curandone la quantità e la qualità. Il pasto consiste generalmente in riso, carne o uova con fagioli secchi o verdure, senza dimenticare il dessert. Un cuoco prepara il cibo in comunità e i novizi lo distribuiscono, mangiando poi tutti insieme. Nel pomeriggio, prima di salutarsi, viene distribuita una pagnotta con la marmellata o il burro. La collaborazione con le autorità locale è proficua e benvoluta: la direttrice del centro ha scritto una lettera ai salesiani di ringraziamento per il lavoro svolto. 

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