Il rinvio della Partenza Missionaria a causa del Covid-19

È da quel lontano 11 novembre 1875, che vide partire per terre lontane 10 salesiani fra cui don Cagliero, che la Basilica di Maria Ausiliatrice accoglie, ogni autunno, la cerimonia di partenza missionaria di tutti quei Figli di Don Bosco che presteranno il loro servizio nei Paesi più poveri e vulnerabili, lì dove la gioventù ha un disperato bisogno di una guida e un aiuto. Soltanto un anno, fino ad ora, c’è stata un’interruzione a queste emozionanti, ininterrotte partenze: accadde durante la Prima Guerra Mondiale, quando, per un anno, non ci furono spedizioni missionarie per evidentissimi motivi di sicurezza.

Ma accade anche oggi, in tempo di covid-19: i viaggi aerei sono difficoltosi, ci sono problemi ad ottenere i visti… per cui, per quest’anno, non ci sarà la consegna della croce missionaria in Basilica, nessun salesiano sbarcherà in aeroporti lontani con il cuore in tumulto e la gioia di portare avanti il mandato di Don Bosco.

La cerimonia è stata rinviata ad altra data, si pensa alla prima parte dell’anno 2021, valutando l’impatto della pandemia in quel periodo e la situazione mondiale.

Lontani ma vicini

Ma noi sentiamo più vicini che mai tutti i salesiani, centinaia, che fino all’anno scorso sono partiti dalla Basilica di Maria Ausiliatrice per andare ad aiutare gli ultimi. In Africa, Asia, Sudamerica, Europa dell’Est, Oceania… Nei villaggi più sperduti del deserto etiope, negli slum delle gigantesche metropoli indiane, nel folto delle foresta amazzonica, nei quartieri-dormitorio nelle periferie dell’Europa orientale, ci sono i Figli di Don Bosco che, in questo momento in particolare, portano avanti la loro missione con perseveranza e amore, aiutando chi, dopo essere nato in mezzo alla povertà, oggi si ritrova a combattere un nemico ancora più subdolo: il covid-19.

Durante il lockdown indetto dal governo italiano, che sembra ormai un ricordo lontano, abbiamo scoperto che possiamo essere vicini pur mantenendo un’ampia distanza fisica; ora, allo stesso modo, noi sentiamo tutti i Figli di Don Bosco molto vicini… perché stanno vivendo quello che tutta l’umanità ha vissuto, e perché sono, ancora, una volta, al fianco dei più deboli… lì, dove vorremmo essere tutti noi…

India, Amazzonia, Madagascar

Con don Roberto Cappelletti, accanto alle minoranze etniche che, nel cuore del Brasile, in Amazzonia, stanno pagando un tributo altissimo di vite umane, falcidiate dal covid-19… in Madagascar, dove l’emergenza sanitaria si è aggiunta ad una gravissima emergenza alimentare in atto da molto tempo, o in India, ormai epicentro del covid, dove diversi salesiani sono morti dopo essersi dedicati con abnegazione ad aiutare i malati di Covid-19.

Per questo, pur essendo saltata la partenza, quest’anno ci sentiamo più prossimi che mai ai missionari salesiani che, nel mondo, continuano a portare avanti il mandato di Don Bosco e non possiamo che augurare loro: – Buon lavoro! – Vi siamo vicini più che mai.

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