Ucraina – Polonia: storie di fuga e di accoglienza

Il numero di profughi scappati dall’Ucraina ha raggiunto una cifra esorbitante: 3 milioni e 626 mila persone, di cui 2 milioni sono stati accolti in Polonia. Il nostro sostegno insieme ai confratelli salesiani ucraini, polacchi e slovacchi consiste nell’aiutare chi è in attesa ai valichi della frontiera, distribuendo coperte e bevande al ridosso del confine, giocattoli e pupazzi ai bambini e alle bambine per cercare di strappare qualche sorriso ai più piccoli, per rendere meno traumatica possibile questa immensa tragedia.

Dalle ultime informazioni arrivate, i salesiani in Polonia ci scrivono che hanno accolto oltre 500 rifugiati e sono al lavoro per offrire altri 600 posti letto. Don Karol Manik, missionario salesiano a Bratislava, ci fa sapere che nelle ultime settimane sono riusciti ad accoglienza 47 ragazzi e 5 educatori dell’orfanotrofio di Leopoli, ora sono ospitati in 5 comunità salesiane in Slovacchia e in alcune famiglie che si sono rese disponibili. La situazione è sempre più difficile, ma il lavoro dei Figli di Don Bosco è incessante, la macchina degli aiuti e della solidarietà non si ferma.

Solo pane

Senza luce e riscaldamento per giorni, al riparo in una cantina, con tutti i negozi chiusi e potendo comprare il pane solo quando veniva distribuito per strada. Questa era la vita di Natalka con i suoi bambini, di cinque e due anni, prima di lasciare Kharkov tre settimane fa.

“La cosa peggiore era il freddo per i miei figli, tutto quello a cui riuscivo a pensare era quello che mi stavo lasciando alle spalle – mio marito. Ma poi ho iniziato a riflettere soprattutto su quello che stavo guadagnando salvando le loro vite”.

Il figlio maggiore di Natalka, Oleh, chiede spesso di suo padre. “Gli ho detto che è partito per un viaggio, mentre in realtà siamo noi che abbiamo viaggiato”.

Natalka ha trascorso diversi giorni a piedi, ma anche in autobus e in treno. Un bambino in braccio, l’altro per mano, uno zaino sulle spalle, sotto la neve, stretti nella morsa del gelido inverno ucraino. Fino a quando hanno raggiunto Medyka, il valico di frontiera con la Polonia. Uno dei salesiani della casa che l’ha accolta racconta che i rifugiati arrivano in condizioni di grandissimo stress e angoscia. Anche i bambini, per i quali tutto è nuovo. Un giorno, fuori nel cortile, il rumore di un aereo ha gettato Natalka in uno stato di shock. Riviveva i momenti prima del bombardamento.

Natalka cerca di parlare ogni giorno con suo marito, ma anche loro non possono darsi molte informazioni. “Mi basta sapere che sta bene e che siamo ancora uniti. Cerco di dargli speranza parlandogli della solidarietà che ho ricevuto da quando sono arrivata in Polonia, soprattutto dai salesiani“.

Come un’avventura

Ladomila, una giovane donna ucraina, è attualmente rifugiata presso i salesiani di Varsavia. Cerca di non piangere mai davanti a sua figlia, Malina. Come nel film di Roberto Benigni “La vita è bella”, prova a farle vivere la sua fuga dall’Ucraina come una grande avventura e non come una tragedia. A 9 anni, Malina è stupita da tutto ciò che sta conoscendo: un nuovo Paese, tante persone intorno e manifestazioni di affetto e solidarietà che non sa come interpretare. “Siamo diventate famose?” ha chiesto a sua madre in diverse occasioni.

Sono fuggite dall’Ucraina orientale, sole. Due giorni di attesa per un autobus, altri due giorni di viaggio circondati da altre donne e bambini come loro, e un altro giorno in treno… fino a raggiungere il confine polacco. Scesa alla stazione centrale di Varsavia, Malina è stata accolta dai suoi personaggi dei cartoni preferiti. È stato in quel momento che, vedendo il suo volto felice, Ladomila si è promessa di fare tutto il possibile perché Malina, nonostante tutto, non smettesse mai di sorridere, crescesse in pace e fosse felice.

La testimonianza di Malina e Ladomila parla del grande lavoro che i salesiani polacchi – e non solo loro – stanno facendo per gli ucraini scappati dalla guerra. Sono principalmente donne e bambini e i salesiani fanno del loro meglio per creare uno spazio in cui possano sentirsi sicuri e a loro agio.

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