India: al Don Bosco Care home una speranza per i bambini affetti da HIV

Nella zona meridionale del Tamil Nadu i missionari salesiani si sono fatti carico con gioia e dedizione di quei minori che non riescono ad avere un’infanzia: sono i bimbi malati di HIV. Bambini di strada, perché rifiutati dalle famiglie una volta diagnosticata la malattia, bambini traumatizzati, perché hanno vissuto sulla loro pelle l’abbandono, bambini senza speranza, perché sanno che il loro futuro è limitato. Bambini stigmatizzati, perché in India l’AIDS è un marchio infante.

Il Don Bosco Care Home è nato nel 2009, dietro spinta di due diversi fattori: i missionari salesiani che si occupavano di bambini di strada si resero conto che tra loro c’erano moltissimi malati di HIV e i centri sanitari esistenti accoglievano solo i bambini sino agli 8 anni circa. Da qui, la scelta di creare un luogo per ospitare bambini malati dai 10 anni in su malati di HIV: ora i minori sono 63. Arrivano al Centro attraverso gli ospedali pubblici dove ricevono qualche cura. Sono chiusi, introversi, segnati dall’abbondono e dalle discriminazioni subite, hanno avuto un percorso di crescita deficitario a causa dell’alimentazione inappropriata e delle cure inadeguate. Qui trovano non solo assistenza a 360° ma amore, serenità, condivisione. Speranza. Perché qui, sulla scia degli insegnamenti di Don Bosco, i suoi successori operano per garantire un futuro ai giovani più emarginati della società. Dal momento che qui in India, luogo dai grandi contrasti, territorio in cui spiritualità e ingiustizia convivono quotidianamente da millenni, i bambini affetti da HIV rappresentano per la quasi totalità della popolazione una vergogna da rimuovere e dimenticare.

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